Vecchie cose si evolvono
Il recupero e la trasformazione di cose del passato sta diventando un fenomeno sociale.
Trasformare è un’arte, la natura stessa lo fa: ricordate la frase del chimico Antoine Lavoisier “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”? L’ha scritta nel ‘700, riferendosi ai suoi studi scientifici ma, se ci pensiamo bene, non è confinata solo entro le leggi della natura, la si può adattare alla nostra vita quotidiana, alle cose di uso comune e a quello che ognuno di noi decide di farne nel momento in cui diventano obsolete o… vecchie.
Vecchio, però, non significa inutile: non è l’oggetto a essere rimasto indietro nel tempo a cui apparteneva, ma è il suo utilizzo primario che è obsoleto. Quindi, come si fa a ridare a un simile oggetto un uso contemporaneo? Con la creatività e la voglia di ritrovare e rimodernare cose che non appartengono alla contemporaneità.
Oggi più che mai, in un mondo che va più veloce del tempo stesso, le persone si guardano indietro per ritrovare i tempi perduti, rintracciabili solo in quegli oggetti che rimangono a testimoniare epoche non dimenticate, ma solo sfuggite via. Sarà per questo motivo che il recupero di cose “vecchie” è diventato un fenomeno sociale e culturale in tutto il mondo, la vita corre veloce e, forse, questo è un modo per rallentarla. A questo si aggiunge, con ogni probabilità, la voglia di cercare, ritrovare e ricreare e una dilagante passione per il Vintage.
La parola “ricreare” va intesa letteralmente: con la creatività si può regalare un nuovo utilizzo a una cosa che sembra obsoleta, ricrearla modificandone la forma, integrandola o solo cercandole una nuova collocazione tra gli oggetti di uso comune. A questo punto entra in gioco l’artista che c’è in ognuno di noi: ogni persona è in grado di immaginare, quindi di usare la creatività. È la “creatività” la spinta alla innovazione e alla rinnovazione, in entrambi i casi lo sguardo si volge al passato, nulla è scollegato dai tempi andati: “nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
La creatività agisce attraverso il nostro cuore, l’attimo in cui la mente guarda una cosa e decide di trasformarla non ha niente di razionale ma è piuttosto un momento in cui ci troviamo a dialogare con l’oggetto stesso. Ecco cosa accade: il vecchio oggetto ci ispira e ci spinge a trasformarlo; non lo vediamo più come una cosa inutile ma come materia duttile da fare evolvere in arte, in design, in creazioni del tutto personali, estrose, magari anche eccentriche ma sempre diverse.
Nelle foto - cliccateci sopra per ingrandirle - potete vedere esempi di arte su scarpe, qui gli stivali sono diventati dei portafiori - persino dei castelli - e di recupero artistico di forconi e vari utensili che, in questo caso, sono andati a integrare sculture di legno e tavoli in vetro.
Che questo nuovo fenomeno si trasformi in una attività commerciale o che rimanga un hobby poco importa, la cosa fondamentale è proprio il fatto che stia influenzando la vita sociale e culturale, permettendo una nuova spinta creativa, aggregativa e anche ecologica.
Il mondo corre ma, a quanto pare, molte persone hanno deciso di non perdere ciò che rimane indietro, perché ogni oggetto porta con sé il ricordo di ciò che è stato e chi decide di trasformarlo, di evolverlo rendendolo nuovamente utile, non fa altro che lasciare in esso un ulteriore ricordo, un nuovo messaggio per i posteri.
by Debora
(1) http://myinteriordesign.it/ Non Ditelo all'Architetto-My Interior Design propone suggerimenti su come far rivivere gli spazi attraverso il recupero, il vintage e la creatività
(2) www.atelierdelriciclo.org Atelier del Riciclo offre spunti per il riuso creativo delle cose ed è una vetrina per i talenti italiani dell'eco-design
foto 1 e 2: recupero creativo di Oxido Design
foto 3: recupero creativo su scarpe di Oci Art