I regali di Natale nel passato
Cosa si regalava una volta a Natale?
Una volta, a Natale, i regali erano davvero diversi: ci si accontentava di poco, condizione molto lontana dalla nostra epoca.
La scrittrice americana Laura Ingalls Wilder nei suoi libri autobiografici della serie “Little House” (“La Casa nella Prateria”), racconta di quando era bambina nel West Americano dei pionieri, verso la fine del 1800. In un libro descrive i regali trovati sotto l’albero: una tazza di stagno, caramelle alla menta piperita, una torta e una moneta.
Questo è l’esempio lampante della frase con cui abbiamo aperto l’articolo: “ci si accontentava di poco”.
I regali cominciavano a essere confezionati mesi prima, perché lo shopping natalizio non esisteva; ogni oggetto veniva progettato e realizzato in casa, in modo artigianale.
Giocattoli e scatole di legno, sacchettini portaoggetti di tela, fazzoletti e nastri ricamati, bambole di pezza, animali in cartapesta con le rotelle, tutti oggetti che richiedevano giorni di lavoro. Chi se lo poteva permettere, chi aveva a disposizione più tempo e più denaro per le materie prime, realizzava sciarpe, calzettoni, borsette di stoffa, guanti, cappelli ma anche oggetti più impegnativi come giacche, scarpe e pantofole o come tovaglie arricchite da bordi all’uncinetto.
Insieme a un oggetto o un giocattolo si regalavano anche - proprio come nella descrizione di Laura Ingalls Wilder - frutta fresca o frutta secca, dolci o biscotti e caramelle per i più piccoli, quest’ultime spesso infilate nelle calze.
Dopo il pranzo e lo scambio dei regali, la giornata si trascorreva assieme tra canti e musica o giochi di società come il gioco dell’oca, le carte o la tombola, con i fagioli per coprire le caselle dei numeri e noci e nocciole - magari anche mandarini, per i più fortunati - come premio.
Come dicevamo, erano Natali molto distanti da quelli che festeggiamo oggi. Eppure, dal punto di vista temporale, non erano così lontani: il Natale come ve lo abbiamo descritto è stato tale fino ad almeno la metà degli anni ’50.
L’avvento del consumismo e del benessere in generale, l’arrivo della tecnologia e della vita sopra le righe degli ultimi anni - quella frettolosa e impaziente del “voglio tutto e subito e mai mi basterà” - ha disperso il valore delle piccole cose fatte a mano, regali fatti con amore visto che si dedicava creatività e tanto tempo prezioso alla loro creazione; ha disperso anche l’idea del regalare qualcosa che non sia il solito che si trova in tutti i negozi, magari proprio qualcosa che arrivi da quel passato che vi abbiamo appena descritto. Qualcuno, comunque, ha riscoperto la gioia del fare regali diversi, rispetto a quello che ci impongono pubblicità e società, e qualcun altro ne sa apprezzare il grande valore.
Buone Feste a tutti!!!
Debora & Angela
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