C’era una volta... la moda da spiaggia
Nascita e cambiamenti del costume da bagno dal 1800 al 1920.
Fu intorno ai primi del 1800 che cominciò la frequentazione delle spiagge per il solo divertimento. In quel periodo il viaggio al mare diventava un momento di ricreazione grazie anche all’arrivo della ferrovia che permetteva un facile collegamento tra la città e le zone costiere.
Il nuovo passatempo all'aperto, sulla sabbia e nell’acqua ha fatto nascere la necessità di indossare indumenti adeguati e la moda ha subito introdotto abbigliamento e accessori da spiaggia, all’epoca indirizzati soprattutto alle classi più abbienti, ai privilegiati che si potevano permettere di affittare cottage e di passare intere giornate in riva al mare.
La moda, si sa, non si ferma davanti a una sola possibilità di impiego di una situazione: non era più solo una questione di vestiti da utilizzare sulla spiaggia, ma anche di mise da giorno e da sera creati per il soggiorno al mare. Comunque, a metà del XIX secolo i vestiti da spiaggia e i vestiti da passeggio si differenziavano ben poco, infatti, gli abiti balneari coprivano la maggior parte della figura femminile, i tessuti - come la flanella - erano pesanti e ingombranti e, neanche a dirlo, non adatti al nuoto. Questi indumenti sono stati raffigurati - vedi foto 1 a destra - nella rivista americana del 1864 “Godey’s Lady’s Book”.
È solo verso il 1890 e agli inizi del 1900 che il costume da bagno cambia, anche se di poco.
Le donne indossavano vestitini in lana o seta nera, con maniche a sbuffo, spesso decorati da un collare da marinaio, portati sopra a calzoncini lunghi fino al ginocchio, ricchi di nastri e fiocchi. Gli accessori consistevano in lunghe calze nere, ciabatte da bagno stringate, e cappelli fantasia. Il 1890 è anche il periodo in cui i cappelli da mare diventano popolari.
Nel 1920, la rivoluzione femminile cambia le linee degli abiti e del costume da bagno.
Negli U.S.A. le donne vanno già a votare - anche se è un suffragio ristretto in base a criteri di istruzione -, possono mostrare le gambe e le spalle in spiaggia e hanno cominciato a praticare il nuoto anche a livello sportivo: per questo motivo il costume diventa più funzionale. È ancora di lana ma viene utilizzata meno stoffa, si ferma infatti a metà coscia e si restringe, seguendo le linee del corpo, proprio per permettere il movimento in acqua. Quindi, la vera rivoluzione del costume da bagno si è avuta in questo periodo.
Dai ruggenti anni ’20 all’Art-Deco degli anni ’30, il salto è breve ma il cambiamento è grande, ve ne parleremo nel prossimo articolo.
Angela & Debora
Fonte consultata: The Evolution of the Bathing Suit